L’Usigrai, nelle note diffuse ieri e ancora oggi, attribuisce alla sentenza n. 156/2025 della Corte Costituzionale affermazioni che la Corte non ha mai pronunciato.
È grave che un sindacato di giornalisti — che dovrebbe avere come primo dovere la corretta informazione — distorca il contenuto di un pronunciamento costituzionale.
FALSO n.1: la Corte avrebbe ‘rafforzato i sindacati firmatari dei contratti’. In realtà, la Corte ha dichiarato incostituzionale la parte dell’art. 19 dello Statuto che limitava i diritti sindacali alle sole organizzazioni firmatarie, estendendo tali diritti anche alle associazioni comparativamente rappresentative.
FALSO n.2: la Corte avrebbe ‘escluso il criterio della significativa rappresentatività’. Al contrario, ha chiarito che il solo criterio della firma colliderebbe con i principi di libertà e uguaglianza sindacale (artt. 3 e 39 Cost.), riaffermando il principio della rappresentatività effettiva.
FALSO n.3: ‘non cambia nulla per i giornalisti’. Cambia tutto, perché oggi la Rai deve riconoscere pari diritti e prerogative a tutte le organizzazioni comparativamente rappresentative, come Unirai, presente su base nazionale, che conta centinaia di iscritti, che ha firmato accordi aziendali e partecipa al confronto sindacale con piena legittimità.
La Corte non rafforza i monopoli, li supera. Il pluralismo sindacale non si interpreta: si applica”. Lo afferma in una nota il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai, dipartimento di Figec Cisal.