Molti direttori plaudono all’iniziativa, “serve pluralismo”
(di Michele Cassano) (ANSA) – ROMA, 30 NOV – L’obiettivo è superare il monopolio dell’Usigrai nella vita sindacale della tv pubblica, ma il percorso per il riconoscimento come sindacato è appena cominciato e la conclusione non è scontata. Da oggi però c’è una nuova associazione, presentata all’Auditorium Due Pini a Roma, che si chiama UniRai e vuole unire tutti i giornalisti che non si riconoscono nella rappresentanza attuale. Non a caso è partito oggi una sorta di click day, con l’invio di mail all’Usigrai per comunicare l’uscita dall’organizzazione a partire dal primo gennaio. L’iniziativa è stata subito battezzata sui media come il nuovo sindacato della destra, in linea con la nuova governance aziendale, ma i promotori negano che la definizione sia corretta.
“UniRai nasce come associazione aperta a tutti i giornalisti della Rai – sottolineano -, libera da ogni pregiudizio ideologico, lontana dalla propaganda politica e saldamente ancorata ai valori costituzionali. Uniti nelle differenze, senza etichette. L’obiettivo è offrire ai colleghi una nuova casa plurale e trasversale per restituire all’informazione del servizio pubblico terzietà e completezza”. “Al centro del progetto – proseguono – ci saranno temi fondamentali come la tutela dei giornalisti, la garanzia dell’autonomia professionale, l’organizzazione del lavoro nelle redazioni, la certezza delle risorse e un giusto equilibrio tra diritti e doveri”. A guidare l’associazione sono Francesco Palese di Rainews ed Elisabetta Abbate del Tg1. Punto di riferimento è Incoronata Boccia, vicedirettrice del Tg1 ed ex componente dell’esecutivo Usigrai.
All’evento non era presente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ex direttore del Tg2, che ha però inviato un messaggio per sottolineare come l’iniziativa vada “nel segno del pluralismo e della più ampia partecipazione”. Di “opportunità storica in un percorso di cambiamento” ha parlato il sottosegretario Alessandro Morelli, presente all’iniziativa insieme all’altro sottosegretario Alberto Barachini, che ha posto l’accento sulla necessità di ascoltare “tutte le voci che contribuiscono a determinare un servizio pubblico migliore e alla sua innovazione”.
Al battesimo c’erano molti direttori Rai, nominati dalla nuova governance. Da Angelo Mellone, direttore del Day Time, ad Alessandro Casarin, direttore della Tgr, da Francesco Pionati, direttore di Radio Rai, ad Angela Mariella, direttrice delle Relazioni Istituzionali, da Iacopo Volpi, direttore di Rai Sport, a Paolo Petrecca, direttore di Rainews, e Paolo Corsini, direttore Approfondimento. “Il tema del cambiamento è fondamentale e questa governance sta cercando di trasformare la Rai – ha sottolineato Nicola Rao, direttore della Comunicazione Rai -. La Rai che io sogno è una Rai aperta, inclusiva e plurale in cui i diversi punti di vista si sommino e convivano in un riconoscimento e rispetto reciproco. In questo senso va la richiesta di pluralismo di Unirai”.
Anche i membri della Commissione di Vigilanza hanno animato uno dei panel. “L’anomalia è che non ci fosse prima una realtà come questa, che va solo ad aggiungere non a togliere”, ha affermato Augusta Montaruli di Fdi. “Chi ha voluto inquinare il vostro lavoro connotandolo politicamente fa qualcosa di sbagliato” ha sottolineato Francesco Filini di Fdi -. Non c’è notizia di un sindacato che fa riferimento alla destra”. “Il servizio pubblico sarà tale se saprà stare al passo dei cambiamenti sociali e tecnologici. E bisogna farlo insieme, che non significa essere uguali”, ha detto Maurizio Lupi d Noi Moderati. “La notizia oggi siete voi – ha aggiunto Maurizio Gasparri di Forza Italia -. Resistete e fate come il Maxibon: due gusti sono meglio di uno”.
“L’augurio è che l’associazione non sia legata ai partiti”, ha detto, dall’opposizione, Maria Elena Boschi di Italia Viva.
Stefano Graziano del Pd ha sottolineato che “l’Usigrai ha svolto una funzione importante per la Rai” e ha lanciato l’allarme sulle risorse per la tv pubblica, dopo il taglio del canone. “La Rai è bene comune e va preservata con la capacità di prevedere le spese a cui deve andare incontro”, ha affermato Dario Carotenuto di M5s. Giorgio Maria Bergesio della Lega ha spiegato che “si può ridurre la spesa e si deve fare. Abbiamo la necessità di fare razionalizzazioni, dove si possono fare”.
A dare il benvenuto alla nuova associazione anche Bruno Vespa. “Il fatto che l’Usigrai mi abbia costantemente attaccato, mi lascia immaginare che le sue valutazioni siano politiche – ha detto -. C’è un problema di democrazia rappresentativa”. (ANSA).