Per Repubblica chi lavora in Rai è un “servo”. Continua la campagna di insulti

Roma, 16 apr. (LaPresse) – “Fosse solo il titolo di oggi il problema. È in atto da mesi, come abbiamo già denunciato, una campagna contro la Rai, che in alcuni casi si è avvicinata alla pura diffamazione, che oggi arriva addirittura all’insulto nei confronti dei 17 mila dipendenti tra cui Damilano, Maggioni, Bortone, Giandotti, Sottile, Matano, Sciarelli, Fagnani, Cucciari ecc”. È il commento di Francesco Palese, segretario di Unirai, al titolo del podcast di Giannini ‘Circo Massimo’: ‘Amadeus saluta TeleMeloni e la destra mantiene la promessa: fuori i migliori, dentro i servi’.
“Fake news, dati di ascolto letti come fa più comodo, insulti rivolti anche al nuovo sindacato dei giornalisti Unirai, colpevole di esistere”, prosegue Palese, “sarebbe ora di smetterla.

E basta anche parlare di questa Telemeloni. Qualcuno trovasse argomenti più sensati per la sua campagna elettorale. Se la Rai è un bene comune bisogna tutelarla, non infangarla. Chi dipinge ogni giorno un’azienda in declino, senza fornire i riscontri, crea danni superiori a qualsiasi addio. Qualcuno ricordi inoltre al ‘Non Servo’ Massimo Giannini, che quando in uscita da Repubblica approdò nella Rai targata Renzi a condurre Ballarò, dopo che Floris andò a La7 (eh si perché pure con la sinistra la Rai ha visto andarsene i pezzi da 90), il prode Giannini portò uno dei più importanti brand consolidati della tv dal 12% al 6% in una stagione… un flop unico nella storia della tv italiana”.

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